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Memoire di una mal amata

Di Camilla Sguazzotti.  Nasciamo e siamo corpo; sviluppiamo sentimenti ed emozioni, elaboriamo modi si sentire e relazionarci, e tutti passano in entrata e in uscita dal modo in cui il nostro corpo si pone nei confronti del mondo, dal modo in cui si muove, delle persone con cui entra in

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Il vizio della predittività

Di Daniela Mangini.   C’è sempre una mela avvelenata sull’albero della conoscenza.   Siamo biologicamente assillati dall’idea di conoscere il futuro. È il nostro peccato originale, l’impulso a non lasciare tempo al tempo e a ingoiare spicchio per spicchio l’illusione di controllare la nostra vita e quella dell’intero creato. Come ha spiegato

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Con cosa scrivi?

Narrare del corpo attraverso il corpo. Di Camilla Sguazzotti.  Scriviamo sempre con il corpo. Non con la singola mano che impugna la penna o batte sui tasti di un computer: è ogni parte a contatto con il mondo che prende parola e lascia qualcosa di sé sulla pagina. La quotidianità

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Gli strati di ogni storia

Di Daniela Mangini.   Letterale, allegorico, anagogico. Impariamo a tenere in equilibrio visibile e invisibile.   Abbiamo diversi modi per leggere un testo. Allo stesso modo abbiamo diversi modi di interpretare un’immagine, un evento, una relazione, una persona. Questo perché tutte queste cose citate rappresentano una storia, un incontro di contraddizioni tenute

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Non serve sempre avere paura

Come le fiabe influenzano il nostro stare nel mondo. Di Camilla Sguazzotti.  Mi è stato chiesto di pensare a una fiaba della mia infanzia: «il drago timido!». Ritrovavo un po’ me stessa nella storia di questo piccolo drago spaventato da tutto, anche dall’idea di non fare paura tanto da temere

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L’ingombro del sacro

Di Daniela Mangini.   Tra le righe dei testi c’è qualcosa di ipnotico che ci costringe a trascendere. Vorremmo liberarcene ma è quello spazio sacro che libera noi. Abbiamo cercato di liberarcene in ogni modo, dissacrando quegli altarini che occupavano troppo lo spazio del pensiero e dell’azione possibile. Ci è sembrato

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Uno sguardo al mistero

Storie di rivelazioni e personaggi che (non) vedono il divino. Di Camilla Sguazzotti.  È lo sguardo dell’occhio, a vedere davvero? Concentrarsi sul dettaglio, scrutare l’immagine con perizia non garantisce una vera conoscenza. Resta la sensazione di aver lasciato da parte qualcosa, di essere rimasti comunque in superficie, avere contezza del

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Chi ha paura del diavolo?

Di Daniela Mangini.   I nostri mostri possono essere i migliori alleati. Nelle parole c’è il coraggio di incarnare quello che ci angoscia e di rendercelo osservabile. Una tragica separazione, premessa a ricordarci cosa per noi è essenziale. C’è un concetto che per molto tempo è stato accantonato, come si fa

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Recitare il dolore per interposta persona

L’accettazione della sofferenza come chiave di accesso alla consapevolezza. Di Camilla Sguazzotti.  Abbiamo bisogno di vedere il dolore, di dargli una consistenza, che sia quella liquida delle lacrime salmastre o quella vellutata dei fazzoletti inumiditi. Dobbiamo sentirlo da lontano, volerci coprire le orecchie per il fastidio, stringere le mani finché

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Tra le buche delle metafore

Istruzioni per non rimanere in panne.  Di Daniela Mangini.   Qualche giorno fa mi sono fermata davanti a una vetrina di libri antichi. Vicino a un piccolo manuale di Tatuaggi e Chiromanzia c’era un altro grazioso libricino edito da Hoepli dal titolo “Chauffeur di sé stessi”. Bingo, ho pensato. Un manuale

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La morte proibita

Di Federico Sirini.  “Portalo via… mi fa pena… e anche tu”, dice Ivan Il’ič rivolto alla moglie, indicando con lo sguardo il figlio. Lo dice con le ultime forze che possiede, quasi a proteggere il bambino da quello spettacolo orribile che è la sua fine imminente. È il tabù della

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In fondo in prima fila

Recitare il proprio ruolo con consapevolezza: la metafora della “casa senza padrone” di Gurdjieff nella quotidianità Di Camilla Sguazzotti.  La campanella suona mentre sono ancora a metà della terza rampa, alzo a fatica la spalla per rimettere lo zaino in posizione e tengo lo spallaccio con entrambe le mani. La

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L’arte di stare appesi

Di Daniela Mangini.   Vatti a fidare delle illusioni! Ma credere è così semplice. Credere che il mondo sia proprio come ce lo siamo sempre immaginati, con i soldi che crescono sugli alberi e i talenti che emergono senza sforzo alcuno. Se ce l’hanno raccontata, perché mai non dovrebbe essere vero?

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La scuola per le teste di legno

Lettera di Pinocchio a maestri che non sanno ascoltare. Di Camilla Sguazzotti.  Cari maestri, care maestre, vi scrive un burattino in legno e pensiero di nome Pinocchio. Ma non sarà tanto questo a stupirvi quanto il fatto che a scuola non mi avete mai veduto. A mancarmi non sono state

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Don’t look up

Di Filippo Losito. Don’t look up. Meta, Meta delle mie brame: chi ha ragione e chi è il più figo del reame? Signore, signori, non alzate lo sguardo. Se alzaste lo sguardo, potrebbe capitarvi di imbattervi in ciò che sarebbe meglio evitare di vedere. In fondo, la vita l’è bela:

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La “vocina” dell’individuazione

Di Federico Sirini.  Alchimia, fantasia ed effervescente vitalità di un pezzo di legno.  La parola Hyle, che in greco ha il significato di “legno”, era intesa dagli alchimisti come l’essenza primigenia di ogni individuo, la materia da cui ha origine la complessità dell’individuo. Claudio Widmann, tra i massimi divulgatori dell’opera

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Posso essere tutti i Pinocchi che vuoi

Di Camilla Sguazzotti, insegnante e scrittrice.  Breve passeggiata nel sottogenere che dà a Pinocchio la possibilità di diventare chiunque. La prova dell’inesauribile potenziale narrativo di un personaggio che, in fondo, ci rappresenta un po’ tutti. Quando nel 1882 Pinocchio sconta le sue monellerie restando appeso ad un ramo, i lettori

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Il padre: oltre il maschile

Di Federico Sirini.  Il padre è figura maschile, ma il paterno è un caso particolare del maschile.  La funzione archetipica del padre, tra elevazione, nutrimento e carte di credito. Ciascuno di noi possiede un’idea delle caratteristiche che dovrebbe avere un buon padre. Allo stesso tempo possediamo una concezione opposta, in

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In difesa di Pinocchio

Di Daniela Mangini – counselor, giornalista e copywriter.  Un’anima discola che non vuole uscire. L’eterna lotta del narcisista che è l’infinita battaglia di tutti noi. Piccola arringa sul diritto all’imperfezione, prima dell’incontro con Claudio Widmann. Cosa ci muove? Qualcuno se lo chiede quotidianamente, altri non si sono ancora fatti questa

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Midnight in Paris. Dal sogno al bisogno

In una storia, la posta in gioco consiste in ciò che il personaggio rischia di perdere per realizzare il proprio cambiamento in termini di affetto, relazioni, potere, posizione sociale, identità. La posta in gioco determina la temperatura del conflitto, l’urgenza, lo stress emotivo che grava sui personaggi di una storia.

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Joker e la banalità del riso

Un uomo che ride è più inquietante di un uomo che piange. Arthur Fleck è un uomo con un corpo deforme che si muove tra umorismo e aggressività. È un personaggio che ha l’obiettivo di far ridere per creare una connessione con gli altri attraverso la risata, ma che in

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SOUL (Pixar): La scintilla dell’anima, da Platone a Jung

SOUL (Pixar)La scintilla dell’anima, da Platone a Jungdi Filippo Losito Soul è la storia di due anime in viaggio: una costretta a lasciare la vita proprio nel giorno della grande occasione, l’altra, anima bambina, che non si è mai sentita pronta per l’incarnazione, volta a scoprire la meraviglia dell’esistenza terrena.

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STOP. LOOK. GO. Tre passi verso la creatività.

Stop. Look. Go. Fermati. Guarda. Procedi.   Il monaco David Steindl Rast, da molti considerato il successore del grande Thomas Merton, in una TED registrata verso i novant’anni, si riferisce a questi tre momenti come gesti fondamentali non solo per praticare la presenza nel momento, ma come fasi del processo

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L’affermazione di sé in Breaking Bad, Filippo Losito

https://www.youtube.com/watch?v=Vj5t0XdMzfk&t=3s THAT’S ABOUT: di cosa parlano le storie che amiamo. Parleremo di questo, con l’obiettivo di scoprire insieme non tanto le trame o l’argomento delle serie, dei film o dei libri, quelli li potete trovare su altri siti, quanto i meccanismi profondi che muovono le storie e le emozioni del pubblico.

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Il filosofo del noir, F. Losito intervista M. Tallone

MASSIMO TALLONE, FILOSOFO DEL NOIR 8 maggio 2018 Intervista a Massimo Tallone a poche settimane dall’uscita del nuovo libro di Lola. Un’ottima occasione per parlare di romanzo, creazione letteraria e filosofia con un maestro del noir. Di Filippo Losito. Caro Massimo, siamo arrivati alla sesta avventura di Lola e al

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Cambio Pelle Ma Non Te (RealTime, regia Filippo Losito)

Nessuna coppia è perfetta. Cambio pelle ma non te, il nuovo programma targato Real Time, racconterà il complesso mondo delle relazioni e le storie di coppie alla ricerca di un modo per dare nuova linfa al proprio rapporto e risolvere i problemi.Il format nasce da un laboratorio all’interno del college

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A proposito di Louie

You’re gonna cry, you’re gonna die di Filippo Losito Un uomo di mezza età, in sovrappeso, emerge dalla fermata di Washington Square. Saltella un po’ goffo sui gradoni della metro. Stacco. L’uomo cammina lungo un marciapiede del Greenwich Village. Auto e taxi sfilano sulla strada. L’uomo si guarda intorno, preso da

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Elementi di continuità tra Cristianesimo e Zen

Elementi di continuità tra cristianesimo e zen da Thomas Merton a D.T. Suzuki di Filippo Losito “Di nessuna cosa si può concepire o capire nulla tranne quelle che sono le esigenze fondamentali della sua struttura”, affermava Lévi-Strauss. Con questa citazione, Thomas Merton, monaco trappista catalano, teologo, mistico, poeta, attivista sociale,

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MAGZINE – A scuola di comicità da Filippo Losito

Chi aspira ad essere il prossimo Maurizio Crozza oggi può frequentare la Comedy Studio, la prima scuola di stand-up comedy in Italia. Comedy Studio di Torino è la prima scuola di stand-up comedy in Italia, tra i suoi fondatori c’è Filippo LositoSi trova a Torino e tra i suoi insegnanti può

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Homo narrans

HOMO NARRANS L’istinto di narrare nella natura umana di Filippo Losito Daniel Dennett definisce gli esseri umani come l’unica specie dotata di un mezzo supplementare di conservazione e comunicazione del progetto: il linguaggio. Se le altre specie possiedono elementi rudimentali di cultura e sono in grado di trasferire informazioni solo

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